Discopatie: cause, sintomi e trattamento conservativo
- Erika Polverino
- 17 nov 2024
- Tempo di lettura: 5 min
La discopatia è una patologia derivante dal logorio o dalla rottura dei dischi intervertebrali, i cuscinetti di cartilagine che sono presenti tra una vertebra e l’altra e che hanno la funzione di dare elasticità ai movimenti della colonna vertebrale.
La discopatia può essere di origine:
• traumatica: quando il disco intervertebrale si rompe a seguito di uno sforzo eccessivo
• degenerativa: che colpisce le persone obese, o con un’età avanzata o affette da lombosciatalgia, malattie genetiche o vascolari, alterazioni morfologiche derivate da vizi posturali (accentuazioni, inversioni e scoliosi)
• infiammatoria o autoimmune: provocate da sostanze infiammatorie che sono contenute nei dischi vertebrali come l’istamina e le citochine
• infettiva: provocata da stafilococco o streptococco o da infezioni derivanti da tubercolosi disco-vertebrale.

Fattori di rischio
Diversi fattori vi rendono più suscettibili ad un’ernia discale:
Età. Le ernie del disco sono più comuni nella mezza età, soprattutto tra i 30 e i 50 anni, a causa della degenerazione legata all’invecchiamento dei dischi.
Ad essere colpiti sono gli uomini due volte di più rispetto alle donne.
Fumo. Fumare tabacco aumenta il rischio di ernia del disco, perché diminuisce i livelli di ossigeno nel sangue, privando i tessuti del corpo di nutrienti vitali e riducendo così l’elasticità del disco.
Peso. Il peso corporeo in eccesso è causa di stress supplementare sui dischi nella regione lombare.
Altezza. Essere alti aumenta il rischio di ernia del disco. Gli uomini più alti di 180 centimetri e le donne più alte di 170 centimetri sembrano avere un rischio maggiore di soffrire di un’ernia discale.
Occupazioni che stirano la spina dorsale. Le persone con lavori impegnativi sul piano fisico hanno un maggiore rischio di problemi alla schiena. Sollevare, tirare, spingere, flettere lateralmente e ruotare ripetutamente la schiena può aumentare il rischio di ernia discale. Lavori che richiedono una prolungata posizione seduta o lo stare in piedi nella stessa posizione possono lo stesso aumentare il rischio di ernia del disco.
Una posizione seduta tenuta per lunghi periodi, per esempio durante la guida.
Pratica del sollevamento pesi.
Gravi lesioni e traumi alla schiena, come ad esempio una caduta o un incidente stradale.
Sintomi
La discopatia si presenta con sintomi che vanno dal dolore più o meno intenso, avvertito soprattutto quando si preme sulla zona della colonna interessata, e da una possibile insensibilità o formicolio delle estremità distali, se la discopatia coinvolge anche i nervi spinali.
In molti casi le ernie possono anche essere scoperte casualmente, durante esami svolti per altre ragioni, perché prive di sintomi.
La diagnosi avviene in genere attraverso una visita medica ed eventualmente esami strumentali; il trattamento, in molti casi non necessario, e può prevedere
riposo,
ginnastica correttiva,
farmaci antinfiammatori,
terapia fisica,
talvolta chirurgia.
Sintomi gravi
Anche se può essere dolorosa, un’ernia discale non è in genere un’emergenza medica.
Fa eccezione la sindrome della cauda equina, una condizione rara ma grave causata dalla compressione dei nervi alla base del midollo spinale; i sintomi includono:
mal di schiena lombare (cioè della parte bassa della schiena),
intorpidimento avvertito a livello dell’inguine,
paralisi di una o di entrambe le gambe,
dolore rettale,
perdita del controllo dell’intestino (incontinenza intestinale),
perdita del controllo vescicale (incontinenza urinaria),
dolore interno alle cosce.
Si tratta di un’emergenza medica che richiede immediata assistenza ospedaliera, in quanto in assenza di trattamento i nervi di vescica e intestino possono danneggiarsi irrimediabilmente.
Differenza tra protrusione ed ernia del disco
Si parla genericamente di discopatia quando si verifica un’alterazione dello spessore o della posizione dei dischi intervertebrali, ma in base alla modalità e alla gravità del danno possiamo distinguere due casi:
Protrusione discale: La protrusione è la forma più comune ed è causata dalla fuoriuscita del disco dal suo spazio naturale; il risultato è un dolore che spesso decorre lungo il nervo sciatico (nella parte posteriore della gamba), oppure lungo il nervo crurale (nella parte anteriore della coscia e a livello dell’inguine).
Ernia del disco: Quando si verifica una rottura del disco, si assiste alla fuoriuscita del nucleo polposo contenuto, che invadendo le strutture limitrofe diventa causa di compressione delle radici nervose con conseguente comparsa di infiammazione e dolore.
Trattamento conservativo
Nella maggior parte dei casi i sintomi connessi all’ernia del disco miglioreranno lentamente attraverso il ricorso a:
esercizio fisico,
fisioterapia,
farmaci.
I tempi di recupero sono mediamente di 4-6 settimane, ma prima di valutare trattamenti invasivi si aspettano in genere fino a 3-6 mesi.
È importante precisare che, almeno nel caso delle patologie della colonna vertebrale, l’intensità del dolore non è necessariamente proporzionale alla gravità dell’ernia sottostante, quanto piuttosto con la specifica sede o con il grado di infiammazione nervosa correlata.
Proprio per questa ragione una protrusione localizzata in una sede “sensibile” può essere associata a una maggior violenza dei sintomi rispetto a un’ernia.
Anche alla luce di questa considerazione gli approcci terapeutici devono essere personalizzati in base al singolo caso e, seppur la chirurgia rimanga ad oggi il trattamento curativo e risolutivo per eccellenza, non sempre rappresenta la prima indicazione da proporre al paziente, riferendoci ovviamente a quel gruppo di soggetti in cui la terapia antidolorifica/antinfiammatoria farmacologica ha smesso di avere un soddisfacente rapporto rischio-beneficio.
Stile di vita
È indispensabile che la persona colpita da ernia del disco si mantenga per quanto possibile attiva, anche se soprattutto inizialmente può essere difficile; in caso di dolore grave potrebbe essere necessario un assoluto riposo per i primi tre giorni, tuttavia dopo questa fase è importante iniziare a muoversi appena possibile, per mantenere la mobilità della schiena e favorire così il recupero.
Ovviamente il tutto va fatto con buon senso, assicurandosi che qualsiasi esercizio fisico sia delicato e non gravoso per la schiena: il nuoto è spesso consigliato perché l’acqua supporta il peso del corpo, che evita di gravare sulle articolazioni, ma al contempo le forze di taglio che agiscono sulla colonna nei movimenti di torsione potrebbero gravare la situazione, per cui è preferibile nuotare a dorso.
Il movimento e l’esercizio fisico adattato contribuiranno a rafforzare i muscoli che inevitabilmente possono indebolirsi. Per questo motivo, è importante iniziare un percorso di rieducazione funzionale per correggere eventuali alterazioni del rachide.
Vanno tassativamente evitate attività in grado di aggravare la condizione, come ad esempio:
sollevamento pesi,
restare seduti per periodi prolungati.
È normale avvertire dolore iniziando un movimento e non significa necessariamente che l’esercizio sia sbagliato, in genere infatti la sensazione andrà rapidamente a sparire permettendo così un incremento dell’attività.
Esercizi
Di seguito alcuni esercizi per allungare e rafforzare i muscoli paravertebrali:
in quadrupedia, distendere il braccio destro e la gamba sinistra orizzontalmente, mantenere la posizione per 30'' e fare lo stesso con l'altro lato.
Ripertere 3 volte.

disteso a terra, posizione prona, sollevare le braccia con i palmi in posizione neutra. Ripetere 20 volte con una pausa di 1', eseguire 3 serie.3.

disteso a terra in posizione supina, gambe piegate e piedi in appoggio. Sollevare il bacino e mantenere la posizione per 4'' per poi ripetere 10 volte.

Ma si può guarire dall’ernia del disco?
Premesso che un’ernia espulsa non può in alcun modo rientrare, e non è quindi possibile una guarigione spontanea dal punto di vista anatomico, un disco erniato generalmente migliora con un trattamento conservativo e non sempre è necessario ricorrere alla chirurgia.
La spiegazione è che:
il frammento espulso va incontro a fenomeni di evoluzione fisiologica di adattamento, disidratandosi e perdendo gran parte del volume, ma anche trovando una posizione e una conformazione più neutra nei confronti delle strutture adiacenti.
In caso di protrusione discale e presenza di una piccola ernia, l’aumento del tono muscolare della schiena che si può raggiungere attraverso un percorso di ginnastica rieducativa e finalizzata al miglioramento della postura è in grado di permettere almeno una parziale regressione della protrusione.
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